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Sri Lanka: l’isola del tè col visto obbligatorio

Nell’Oceano Indiano, a sudest dell’India, c’è un’isola con vaste pianure di piantagioni di tè: è lo Sri Lanka, o Ceylon. Il Paese è un paradiso naturale, ricco di bellezze, ma anche di risorse e prodotti particolari. Lo Sri Lanka, infatti, basa la propria economia sulla coltivazione, e la grande esportazione di tè, noci di cocco, prodotti tessili, gomma e caffè; possiamo considerarlo più ricco dell’India, nonostante il 20% della popolazione viva sotto la soglia di povertà. Da qualche anno, lo Sri Lanka ha iniziato a investire molte risorse anche in strutture e siti turistici, il settore è in forte espansione, anche se per entrare nell’ex Ceylon occorre il visto obbligatorio.

Un po’ di storia dello Sri Lanka

La città di Colombo, capitale dello Sri Lanka dagli inizi del 1800, racconta gran parte della storia di questa isola Stato. Grazie al suo porto, e all’ottima posizione geografica, Colombo era importante già 2 mila anni prima di Cristo. Oggi, resta la capitale commerciale dello Sri Lanka, prima meta turistica per chi, ottenuto il visto, approda sull’isola. Un misto di edifici architettonici precoloniali e grattacieli moderni, mischiati ad altri del periodo di colonizzazione olandese prima e britannica poi. Dal 1982, la capitale governativa è divenuta Sri Jayewardenapura Kotte, o semplicemente Kotte, dove hanno sede il Parlamento e gli uffici amministrati, situata a pochi chilometri da Colombo. L’isola risulta abitata fin dalla Preistoria, come testimoniano i resti umani ritrovati. Durante il periodo del Medioevo, i Tamil insediarono un Regno durante l’XI secolo, scendendo dal Sud dell’India al Nord del Ceylon. Agli inizi del 1500 arrivarono i portoghesi, primi europei a metter piede in Sri Lanka; cento anni più tardi nacque la Compagnia olandese delle Indie orientali che, nel 1638, diede supporto al governo del luogo per liberarsi dei portoghesi, divenendo in cambio partner commerciale esclusivo. Il dominio coloniale olandese ammodernò l’intera isola e durò fino alle soglie del 1800, quando divenne colonia britannica con nome di Ceylon. Ci volle il 1948 per trovare l’isola Stato indipendente, e il 1972 per cambiare nome in Sri Lanka. Dopo anni di guerre civili tra tamil e cingalesi, dal 2009 la situazione sociale e politica pare aver trovato un equilibrio, i diversi gruppi etnici convivono in pace e l’economia è in costante crescita, anno dopo anno.

Richiedere il visto per lo Sri Lanka

Il clima dello Sri Lanka è costante: caldo e molto piovoso, anche se tra Est e Ovest ci sono, comunque, differenze. Il periodo dei monsoni determina quello migliore per visitare il Paese, cioè tra gennaio e marzo, quando piove meno a Ovest, e tra febbraio e settembre, mesi più asciutti a Est. La cosa comune per entrambe le porzioni dell’isola è ottenere il visto Sri Lanka, altrimenti non si entra. I viaggiatori hanno l’obbligo del visto, che può essere richiesto anche online, senza recarsi in ambasciata. Tale richiesta, però, è soggetta al possesso di requisiti per il visto Sri Lanka che, solo se soddisfatti, danno esito positivo alla pratica di ottenimento. Importante non essere cittadino di Paesi non graditi, non essere giornalista o reporter, non essere diplomatico o membro di una ONG, non lavorare nel settore mediatico professionale. Superato questo primo step, il viaggio dovrà durare al massimo 30 giorni, o fino 90 chiedendo una proroga; dovrà essere per turismo o per affari, ma non consente la possibilità di essere assunto da Enti nazionali; nel periodo di soggiorno, sono vietati lavori, anche non retribuiti, partecipazioni a eventi politici e/o giornalistici. Per poter aver accesso a tutte le attività vietate occorre richiedere e ricevere un visto ulteriore. Non occorre comunicare un luogo di residenza in Sri Lanka, ma dimostrare di aver già prenotato un biglietto di uscita. Obbligatorio avere il proprio passaporto e dimostrare di possedere 15 dollari al giorno per l’autosufficienza finanziaria.

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