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Seleparina: a cosa serve? Prezzo, effetti collaterali, in gravidanza e dosaggio

La seleparina è un farmaco normalmente prescritto affinché sia riacquistata la possibilità di movimento nei pazienti sottoposti ad interventi chirurgici. E’ generalmente adoperato anche per impedire che si vengano a creare coaguli, durante l’emodialisi, negli individui che soffrono di insufficienza renale. L’ultimo utilizzo concerne, infine, la cura consigliata per affrontare particolari forme di infarto.

Il prezzo del farmaco varia in base alla misura delle compresse: nel caso in cui si opti per l’acquisto di pillole da 0,4 mg, il prezzo corrisponderà a 25 euro e 87 centesimi; se, al contrario, si vorrà comperare una scatola contenente pasticche da 0.6 mg, il prezzo salirà a 57 euro e 9 centesimi.

Rischi, controindicazioni ed effetti collaterali della seleparina

Prima di iniziare la terapia, è bene informarsi sui rischi e gli effetti collaterali in cui si potrebbe incorrere, così da poter rivolgersi, fin dalle prime avvisaglie, a un medico o all’agenzia del farmaco.

Le controindicazioni sono stilate in una classifica che ha come parametro la frequenza dell’insorgere dei sintomi: si va da molto comune (un caso su dieci) o a molto raro (un caso su mille).

Innanzitutto, si possono verificare emorragie, specie in pazienti che sono già esposti ad altri rischi. Molto più rari sono invece la trombocitopenia comportante la carenza di piastrine nel sangue, che causa sanguinamenti più frequenti o la trombocitosi, determinante l’aumento della produzione di piastrine.

Non sono consuete, ma neanche da escludere, le apparizioni di eruzioni cutanee e di angioedemi, così come disturbi del metabolismo e della nutrizione. Fra questi, ritroviamo l‘iperkaliemia, patologia risultante nell’innalzamento dei livelli di potassio nel sangue.

Infine, anche se poco correnti, la transaminasi (infiammazioni e danni al cellule del fegato) ed eritemi e pruriti costituiscono altri pericoli derivanti dall’assunzione di tale medicamento.

Ricordiamo, inoltre, che, spesso, nel sito dell’iniezione potrebbero apparire ematomi e noduli.

Cosa succede in gravidanza

Frequentemente, nel momento in cui una donna deve affrontare una gravidanza, è indicata l’iniezione di seleparina. Tuttavia, occorre esser coscienti del fatto che, quando si è in stato imbarazzante, innumerevoli sono gli effetti collaterali che possono scatenarsi.

Lividi dove ha avuto luogo la puntura; maggiore tendenza al sanguinamento; reazioni allergiche o diradamento osseo sono solo alcune delle problematiche legate all’introduzione del medicinale nell’organismo, mentre è in corso una gestazione.

Dosaggio

Si dovrà prestare particolare attenzione anche al dosaggio. Il parametro cui ci si attiene di più, in tal caso, è il peso del paziente.

La consistenza del volume delle compresse aumenterà o diminuirà a seconda della costituzione dell’individuo. Altro criterio, per stabilire la quantità di dosi da somministrare, riguarda il tempo trascorso prima o dopo un intervento.

Se l’iniezione è di tipo sottocutaneo, ci saranno due modalità da seguire, a seconda che si sia trattato di chirurgia generale o ortopedica.

Se parliamo di chirurgia generale, allora 2-4 ore prima dell’intervento, poi per almeno sette giorni, ogni 24 ore, sarà necessario sottoporsi a iniezioni di dosi da 0,3 ml. Il fine dell’intervento di questo tipo è la profilassi delle trombosi venose.

Quando, invece, si procederà per l’intervento che andrà a trattare le trombosi venose, il piano di iniezioni, che dovrà essere rispettato, avrà durata di dieci giorni, durante i quali dovranno essere iniettate le quantità consigliate ogni dodici ore.

La seleparina è adoperata anche in altri interventi dettati da ulteriori motivazioni, ma i principi secondo cui bilanciare le dosi sono i medesimi: il peso, il tipo di intervento e il malessere che si vuole trattare.

Teresa Giordano

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