Tra le ricorrenze che possiamo certificare per oggi, 29 marzo, c’è anche la Giornata Mondiale per l’apprezzamento dei lamantini. Si tratta di una giornata dedicata a un animale che non viene nominato molto spesso e che è fortemente a rischio estinzione. Per sensibilizzare in questo senso diventa importante cercare di far capire come preservare il loro ecosistema.
Si tratta di un animale molto simpatico a vederlo ma che non è sicuramente facile da avvicinare. Esiste in tre tipologie con l’Hydrodamalis gigas che è estinto e due specie ancora in vita e cioè il Sirenii e il Dugongo. Proprio per questo motivo si deve rimanere attenti a questa specie che è minacciata dall’umano e che rischia di scomparire dal mondo. La giornata è stata istituita proprio per rispettarlo e ricordare la situazione.
Che cos’è un lamantino?
Molti di voi conosceranno il simpatico lamantino, ma siamo sicuri che anche alcuni non lo abbiano mai visto e dunque per questo diventa fondamentale raccontarlo in occasione della Giornata Mondiale per l’apprezzamento dei lamantini. Si tratta di un genere di mammiferi acquatici di grandissime dimensione che vengono conosciuti anche come le mucche di mare. Si tratta dell’unico genere della famiglia dei Trichechidi. Il nome deriva dal greco θρίξ, thríx («pelo») e ἔχω, échō («[io] ho»). Sono dei grandi animali che sono noti per la mancanza di quella che è la terza vertebra cervicale e sono gli unici mammiferi, insieme ai bradipi didattili, a possedere appena sei vertebre cervicali.
Tra i tratti che contraddistinguono questo animale c’è sicuramente il fatto che le narici sono molto avanzate e sono assenti gli incisivi funzionali, mentre la pinna caudale è tondeggiante. Hanno una coda a forma di racchetta. Cosa mangiano e dove abitano? Sono animali che solitamente vivono nelle acque paludose e che è erbivoro dunque non nutrendosi di altri pesci. Una curiosità su questo grande animale è sicuramente la continua sostituzione dei denti molari.
Frasi e immagini da dedicare
Nonostante questi animali non siano molto comuni sono molte le persone che celebrano la Giornata Mondiale per l’apprezzamento dei lamantini. Per questo vogliamo portarvi al centro della letteratura e portarvi alcuni passi di Moby Dick di Herman Melville che seppur dedicato a una balena si confà anche a questo mammifero splendido e simpaticissimo.
In quel momento, l’occhio inesperto di un terraiolo non avrebbe scorto non dico una balena, ma nemmeno l’ombra di un’aringa. Nulla, se non un piccolo tratto d’acqua mossa di colore bianco-verdognolo, e qualche rado sbuffo di vapore che vi aleggiava sopra, per poi soffondersi sottovento, come la vaga spuma bianca che s’alza dai marosi.
All’improvviso, l’aria attorno prese a vibrare, fremendo, per così dire, come su di una piastra di ferro rovente. Sotto quell’atmosfera ondulata e increspata, sotto un sottile strato d’acqua, nuotavano le balene. I primi segni visibili della loro presenza, gli sfiati di vapore che esse emanavano, parevano le loro staffette distaccate, i loro battistrada volanti.
Dai suoi morbidi fianchi, nel fendersi dell’onda, la quale l’abbandonava subito per rifluire lontana, dai suoi lucenti fianchi la balena sprigionava le sue malie. Non v’è dunque da stupirsi se qualche cacciatore, indicibilmente sedotto e allettato da tanta serenità, si sia arrischiato ad assalirla, ma abbia fatalmente scoperto che sotto quella quiete apparente si nascondeva un uragano.
