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La fantastica signora Maisel, serie tv statunitense di successo: scopriamo di che cosa tratta

La fantastica signora Maisel è una serie tv statunitense di successo prodotta da Amazon Studios: scopriamo di che si tratta

La fantastica signora Maisel (titolo origonale: The Marvelous Mrs. Maisel) è una serie televisiva statunitense, prodotta da Amazon Studios, creata da Amy Sherman-Palladino, già autrice di Gilmore Girls (sette stagioni dal 2000 al 2007) e Bunheads (una stagione nel 2012), che insieme al marito Daniel è anche regista di alcuni episodi.

La signora Maisel: la serie

La serie, arrivata a conclusione della quarta stagione, è composta di 34 episodi (otto episodi la prima stagione, dieci la seconda, otto la terza e otto la quarta). L’episodio pilota è stato distribuito il 17 marzo 2017, mentre i rimanenti 7 episodi sono stati distribuiti il 29 novembre 2017. In Italia la prima stagione della serie è stata pubblicata prima in lingua originale il 29 novembre 2017 e poi in italiano su Amazon Prime Video il 26 gennaio 2018. La seconda stagione è stata resa disponibile negli Stati Uniti su Amazon Prime Video il 4 dicembre 2018 mentre in Italia è stata pubblicata il 5 dicembre 2018 in lingua originale e il 15 febbraio 2019 col doppiaggio italiano. La terza stagione è stata pubblicata in lingua originale con sottotitoli in italiano il 6 dicembre 2019 e con il doppiaggio in lingua italiana il 7 febbraio 2020. La quarta stagione è stata mandata in onda negli Stati Uniti e in Italia sempre su Amazon Prime Video a partire dal 18 febbraio 2022.

La signora Maisel: la premessa

La serie è ambientata alla fine degli anni Cinquanta (siamo nel 1958) a Manhattan. Miriam, chiamata affettuosamente Midge, è una giovane casalinga newyorkese dell’Upper West Side, laureata in lingue straniere, proveniente da una famiglia ebrea e benestante. È sposata con Joel, impiegato nel settore pubblicitario e hanno due figli piccoli. Il padre è professore di matematica alla Columbia e il suocero imprenditore nel settore della sartoria. Le consuocere, Rose e Shirlie, secondo i ruoli delle brave mogli e buone ebree, vivono alle spalle e all’ombra dei mariti, badando alla casa e occupandosi di qualche affare di famiglia. La sua vita è perfetta, così come le regole e le convenzioni anni Cinquanta gliel’hanno ben confezionata e come hanno stabilito che dovesse essere per una donna. Lei d’altro canto incarna alla perfezione la figura della donna raccontata in quegli anni dalle riviste femminili e le pubblicità in televisione. Attraente, elegante nei suoi vestiti a vita stretta abbinati a guanti e cappelli, perfetta padrona di casa, esperta di make-up, cuoca eccellente, attenta alla linea e alle misure del corpo e amabile conversatrice e intrattenitrice (non a caso!).

La signora Maisel: la svolta

Dalla sera alla mattina però tutto cambia. Joel, dopo una serata fallimentare al Gaslight Cafè, il locale dove, con poco talento, amava esibirsi e misurarsi nell’arte della stand-up comedy come apprendista comico e dove aveva ottenuto un certo consenso solo la sera in cui aveva recitato e preso in prestito il monologo di un comico affermato, deluso e frustrato finisce per confessare a Midge che ha un’amate e che ha intenzione di andare via di casa. La sera stessa Midge, sconvolta ed ubriaca si ritrova, senza neanche capire come e perché, al Gaslight, dove poche ore prima si era esibito disastrosamente il marito e dove lei, sempre al seguito del marito, usava imbonirsi la burbera gestrice del locale, Susie, con specialità culminare (la punta di petto in particolare) per ottenere uno spazio in scaletta al marito ad un’ora non troppo tarda. In vestaglia e cappottino rosa è in uno stato alterato dall’alcool e dallo sconforto. Non è l’immagine della perfezione, di se stessa e dell’ambiente sociale di cui dovrebbe (e vorrebbe) essere espressione. Sale sul palco ed improvvisa uno spettacolo esilarante, attingendo dalla disperazione dell’essere stata appena abbandonata e risultando schietta, diretta, irriverente, sarcastica, ironica, onesta, moderna e soprattutto divertente. L’esibizione riscuote un grande successo e la sua performance non passa inosservata.

La signora Maisel: la sfida

Susie intuisce subito il talento che possiede e il diamante grezzo che Midge rappresenta e decide di investire, come manager, sulla sua potenziale carriera da stand-up comedian. È un’ipotesi assurda anche per Midge stessa che per prima sente il richiamo della vita di prima anche se in frantumi e fa fatica anche solo ad immaginarsi – lontana dai lussuosi appartamenti da cui proviene, tra una riunione del club delle lettrici e una vacanza alla Catskill – calata nei panni maschili di un commediante da comedy club a parlare sporco alla gente. Figuriamo la sua famiglia. Ma sente che qualcosa di quell’ambiente le è congeniale e le offre una possibilità che nella sua gabbia dorata non ha: la libertà di essere se stessa, di essere una donna con una propria identità e con licenza di pensiero e di parola. Tanto più che si è rivelata un talento naturale nello smontare a colpi di battute rapidissime e taglienti l’ipocrisia maschile dietro i tanti stereotipi in cui sono relegate le donne, in una società fatta dagli uomini per gli uomini.

La signora Maisel: la scelta

Inizialmente non senza incertezze, decide di assecondare questo suo talento innato e farsi aiutare da Susie a fare carriera in quel ambiente. Tenendo però inizialmente nascosta alla famiglia questa sua seconda vita segreta. Sarà l’inizio di un particolare rapporto di amicizia con Susie, due donne diametralmente opposte, per stile ed estrazione sociale, ma fin troppo simili nella voglia di perseguire un obiettivo che ha a che fare con l’affermazione di se stesse – due donne – e che prevede lo sfidare le regole di un gioco prettamente maschile e maschilista, sia nella società che nella stand-up comedy. La scelta di vita controcorrente di Midge innescherà una serie di reazioni a catena che coinvolgeranno anche le persone che si muovono attorno a lei, ritrovandosi a dover affrontare, anche loro, dei cambiamenti e a mettere in discussione delle certezze di cui non avevano mai dubitato. È l’intero sistema di convenzioni, valori e cliché di quella società anni Cinquanta edulcorata a venire giù come un castello di carte, insieme alle messe in piega, i bigodini, i tacchi a spillo e le borsette en pendant. Tranne quelle che Midge manterrà per sé.

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