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Tributo 1630: cos’è, come si calcola, come si registra, tutte le info

Cosa c’è dietro i codici tributi? Tanto, forse troppo da ricordare. Ne esistono tantissimi e tutti sono caratterizzati da serie numeriche. Ci sono ad esempio il codice tributo 4730, il codice tributo 4731, il codice tributo 1845, il codice tributo 3803, il codice 1713, il codice 4731, il codice 4730, il codice tributo 3845, il codice tributo 3846 e non solo. Ai codici numerici si aggiungono denominazioni codice tributo addizionale regionale, codice tributo addizionale comunale, codice tributo irpef o importi minimi f24. Per questo motivo è importante riuscire a destreggiarsi in questo elenco codici tributo, sapere come si registrano, a cosa si riferiscono e via dicendo. Se siete arrivati sin qui sicuramente vorrete saperne di più sul codice codice 1630, da non confondere con il codice tributo 1057 o il tributo 1668. Approfondiamo!

Codice tributo 1630: che cos’è

Il tributo identificato grazie alla serie numerica 1630 si utilizza in relazione agli interessi per il pagamento in più momenti di importi a rate dell’IRPEF trattenuta dal sostituto d’imposto in seguito dell’assistenza fiscale. Certo, descritto così sembra un po’ difficile capire di cosa si tratta, ma basta fare un po’ di chiarezza.

L’anno 2009 è stato decisivo poiché ha introdotto novità come la detassazione di straordinari e versamenti rateali per l’ambito legato all’assistenza fiscale. Questo permette ai lavoratori di ottenere un beneficio sull’imposta IRPEF sostitutiva e agevolata sui redditi recepiti per la loro produttività o per i loro straordinari. Il codice 1630 è stato introdotto, insieme ad altri sette, proprio in seguito a questi cambiamenti e comprende anche i redditi accessori che un lavoratore deve inviare all’Agenzia delle Entrate. In questo modo, infatti, sarà possibile effettuare il ricalcolo delle imposte.

Codice 1630: come si inserisce nel modello f24

Per il pagamento vero e proprio di questi interessi il contribuente, che in tale situazione è rappresentato dal sostituto d’imposta, deve usare il modello f24. La sezione da compilare è quella denominata “Sezione Erario” dedicata per imposte dirette, iva, ritenute alla fonte e altri tributi tra cui rientrano proprio gli interessi. Il modello è suddiviso in colonne e ognuna di queste ha un significato preciso.

La colonna numero uno è quella in cui va inserito il codice tributo relativo all’oggetto del pagamento e in questo caso va inserita la serie 1630, la colonna che segue invece è lo spazio per il mese di riferimento (01 per gennaio, 02 per febbraio, 03 per marzo e così si prosegue seguendo la numerazione del calendario. All’anno di riferimento, ovvero il periodo d’imposta per cui si sta eseguendo il pagamento, è dedicato lo spazio della terza colonna.

Gli spazi da considerare nella compilazione sono le colonne successive e in particolare la quarta è quella in cui vanno inseriti a debito, mentre la quinta relativa agli importi a credito va lasciata in bianco. Si arriva poi alla riga dedicata al totale in cui si riportano le somme di importi debito e a credito indicati nella sezione Erario. Anche in questo caso se non vi sono importi a credito la sezione B non deve essere compilata. La differenza tra gli importi va indicata nella sezione Saldo.

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