martedì, Aprile 23, 2024
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Cima del Redentore a Formia, tutto quello che c’è da sapere sul trekking “più bello del Lazio”

Il Lazio è la meta ideale per tutti i gusti, dagli amanti della tintarella con le spiagge in provincia di Latina, agli appassionati dell’arte con i musei di Roma fino agli avventurieri che di stare fermi non ne vogliono proprio sapere. A tal proposito, infatti, a Formia c’è la Cima del Redentore che costituisce il trekking più attraente della regione.

Il Monte Redentore appartiene al Monte Altino e si trova a oltre 1000 metri di altitudine dal mare. Vale davvero la pena fare questo percorso anche per chi è pigro o non totalmente amante del genere, in quanto una volta su la meraviglia è assicurata!

Perché la cima Redentore ha questo nome? Come si può immaginare, è dovuto alla scultura raffigurante Michele Arcangelo la quale è posta in vetta nei pressi di una chiesetta edificata nel secolo scorso a lui dedicata. Questa meraviglia a base di roccia calcarea rientra nel Parco Naturale della zona.

Informazioni sui sentieri

Tenendo presente che questa vetta non corrisponde a quella del Monte Redentore Sibillini dell’Umbria né tantomeno con il Pizzo del Diavolo Sibillini a confine con le Marche, andiamo a vedere i vari tragitti percorribili.

Quello meno difficile è soleggiato d’estate e con la neve in inverno. La partenza è dal Pornito e ha un panorama mozzafiato sul mare di Gaeta. La durata è di 120 minuti.

C’è un altro sentiero, meno facile per la disparità che si va a creare in modo repentino sempre nei pressi di Manarola. Ancora, uno circolare in cui bisogna principalmente salire, ma è facile e con vari punti ideali per ammirare il mare. Infine, l’ultimo è per i più audaci che vogliono spingersi fino ai Monti Sant’Angelo, Campetelle e Petrella.

Oltre al rifugio da cui si parte necessariamente, da vedere è la chiesa, risalente al IX secolo, di San Michele Arcangelo, nelle vicinanze di un corso d’acqua.

Un po’ di storia

Questa volta non c’è un artista che vuole ingraziarsi un signore potente, come avveniva ai tempi del mecenatismo rinascimentale. Dietro la nascita di questa statua c’è un buon augurio voluto dal pontefice Leone XIII e da suo nipote nel tentativo di auspicare un futuro florido e senza guerre all’Italia. Ne furono realizzate due decine, l’ultima proprio per Formia, da parte di quella che oggi si direbbe un’impresa, quella dei Zanazio. Considerato il suo peso di circa 2000 chilogrammi fu trasportata dapprima con la ferrovia e poi con un carro da persone e animali. A sapere che da lì a poco ci sarebbero state le due più violente guerre dell’età moderna/contemporanea, forse non avrebbero fatto tutta quella fatica!

Da allora, è consuetudine per i credenti la terza domenica di giugno portare la scultura alla chiesa per tutto il periodo estivo.

In ogni caso, il nostro Paese è davvero ricco di storia, religione, mitologia, bellezza e fascino. Ogni regione nasconde qualche gioiello e prima ancora di recarsi all’estero bisognerebbe conoscere e approfondire la nostra patria, altamente invidiata e visitata da turisti da ogni dove. Perché, l’Italia è un po’ come la mamma e chi è nato qui, è ricco e non lo sa!

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